I sintomi dell’insonnia sono classificati in:
Notturni: difficoltà di inizio e/o mantenimento del sonno, sonno leggero e non ristorativo.
Diurni: sonnolenza, difficoltà di concentrazione e apprendimento, calo del tono dell’umore, irritabilità, mancato consolidamento della memoria, difficoltà sociali e/o occupazionali, cefalea tensiva e disturbi digestivi.
L’insonnia può essere dovuta a molteplici cause [2]. Tra le principali possono essere citati i fattori psicologici come ansia, stress e depressione.
Esistono anche forme di insonnia causate da fattori non-psicologici come dolore, allergie, problemi respiratori, disturbi digestivi, assunzione di farmaci e sostanze con effetti stimolanti.
Infine, un’intensa attività psico-fisica prima di andare a letto, alterazione del ritmo circadiano (sindrome da jet lag, sindrome dei turnisti), possono causare disturbi del sonno.
L’insonnia può essere curata mediante strategie comportamentali e cognitive: controllo dello stimolo, restrizione del sonno, terapia di rilassamento, intenzione paradossa, educazione all’igiene del sonno, terapia cognitiva [3].
Qualora tali strategie non risultassero sufficienti, si ricorre al trattamento farmacologico.
I farmaci di prima linea per il trattamento dell’insonnia sono le benzodiazepine (brotizolam, triazolam, lorazepam, flurazepam, estazolam, lormetazepam, nitrazepam, flunitrazepam, nordazepam, temazepam) [4].
Quando l’insonnia è dovuta principalmente alla difficoltà a prendere sonno si ricorre a molecole a breve durata d’azione.
Quando, invece, si manifestano risvegli notturni oppure risveglio prematuro potrebbe risultare più opportuno un principio attivo a lunga durata d’azione.
Altri farmaci impiegati per il trattamento dell’insonnia sono i cosiddetti ipnotici non-benzodiazepinici (zolpidem, zaleplon e zopiclone) [5] e il trazodone (antidepressivo con proprietà sedative).
I rimedi alternativi per il trattamento dell’insonnia sono la melatonina e i fitoterapici.
La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale (epifisi) situata alla base del cervello che, agendo sull’ipotalamo, ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia. Tuttavia, da alcuni studi si evince che la melatonina sia in grado di apportare un miglioramento nella latenza e nella durata del sonno, ma non nella qualità. Di conseguenza risulta efficace soprattutto per l’insonnia associata a jet lag [6].
Tra le sostanze vegetali, quelle maggiormente attive nel trattamento dell’insonnia sono: la valeriana, la passiflora, la melissa, l’avena, il biancospino, il tiglio e l’escolzia.
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